"La trasparenza è nell’era di Internet una condizione primaria di vita per i parlamenti moderni. Essere una casa di vetro all’interno della quale i cittadini possono guardare significa soprattutto responsabilità verso il cittadino contribuente che deve poter conoscere facilmente costi e risultati dell’istituzione del suo complesso."
In quest'ottica, attraverso un percorso di interesse storico-architettonico e delle attività istituzionali, presentiamo le sale di maggior interesse di Palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale Veneto.
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Cenni Storici

Palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto, è un bellissimo edificio che si affaccia sul Canal Grande di fronte alla Basilica della Salute. Dire palazzo non è corretto in quanto i palazzi, in realtà, sono due: il Ferro e il Fini, dopo la metà dell’800 furono accorpati e adibiti ad albergo. I lavori per realizzare la sede dell’assemblea iniziarono nella prima metà degli anni ’70 del secolo scorso.

La costruzione dei due palazzi, risale al XVII secolo. Appartenevano entrambi a due famiglie importanti. Girolamo Fini, avvocato greco proveniente dall’isola di Cipro, venne a Venezia per poter esercitare la sua professione nella capitale della Serenissima repubblica. Anche il proprietario del palazzo Ferro era un avvocato. I due edifici rimasero a lungo proprietà delle due famiglie e subirono, nel corso degli anni, numerosi interventi di restauro e ristrutturazione. Successivamente furono venduti e i nuovi acquirenti operarono ulteriori cambiamenti all’interno. Verso la metà dell’800 una ricca famiglia di armatori, gli Ivancich, li acquistò per farne la sede di un albergo, l’Hotel Nuova York, all’epoca uno degli alberghi più importanti della città. Successivamente divenne il Grand Hotel che nel 1934 ospitò, nella suite oggi ufficio del Presidente del Consiglio, Adolf Hitler in visita ufficiale in Italia.

Dal punto di vista architettonico i palazzi sono di impronta rinascimentale, con alcuni significativi richiami al gotico veneziano sulla facciata di palazzo Ferro. I lavori che si sono resi necessari per adattare il complesso dei due edifici alla moderna funzione di sede del Parlamento veneto hanno stravolto l’assetto originario legato alle tradizionali funzioni del palazzo veneziano.

Questo infatti era progettato per essere fondaco delle merci, nel caso i proprietari fossero mercanti, al piano terra; luogo di relazioni mondane e ricevimenti o feste al primo piano detto “nobile”; abitazione della famiglia padronale al secondo piano e dimora della servitù nei locali del sottotetto.

Una seconda fase dei restauri si rese necessaria per ricavare al pianterreno lo spazio necessario per l’aula consiliare. I lavori di ristrutturazione iniziati dalla Regione Veneto nel 1972 hanno, come si è detto, sacrificato la struttura originaria dei palazzi non solo per adattarli alle esigenze quotidiane della vita del Consiglio regionale, ma anche per realizzare tutti gli accorgimenti (vasche di cemento di contenimento) che la tecnologia offre per ovviare al problema veneziano per eccellenza: l’acqua alta. I lavori di restauro e ristrutturazione sono stati estremamente accurati anche grazie all’utilizzo di materiali tipici della tradizione edilizia veneziana come la pietra d’Istria.