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Legge regionale 31 dicembre 2012, n. 55 (BUR n. 110/2012)

Legge regionale 31 dicembre 2012, n. 55 (BUR n. 110/2012) [sommario] [RTF]

PROCEDURE URBANISTICHE SEMPLIFICATE DI SPORTELLO UNICO PER LE ATTIVITÀ PRODUTTIVE E DISPOSIZIONI IN MATERIA URBANISTICA, DI EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA, DI MOBILITÀ, DI NOLEGGIO CON CONDUCENTE E DI COMMERCIO ITINERANTE (1) (2)

CAPO I - Procedure urbanistiche semplificate di sportello unico
per le attività produttive

Art. 1 - Finalità e oggetto.
1. Il presente capo, al fine di agevolare l’azione della pubblica amministrazione con particolare riferimento all’attività di impresa, detta procedure urbanistiche semplificate per il procedimento di sportello unico per le attività produttive (SUAP) di cui al decreto del Presidente della Repubblica 7 settembre 2010, n. 160 “Regolamento per la semplificazione ed il riordino della disciplina sullo sportello unico per le attività produttive, ai sensi dell’articolo 38, comma 3, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133”.
Art. 2 - Interventi di edilizia produttiva che non configurano variante allo strumento urbanistico generale.
1. Non configurano variante allo strumento urbanistico generale e sono soggetti al procedimento unico di cui all’articolo 7 del DPR 160/2010 i seguenti interventi:
a) ampliamenti di attività produttive che si rendono indispensabili per adeguare le attività ad obblighi derivanti da normative regionali, statali o comunitarie, fino ad un massimo del 50 per cento della superficie esistente e comunque non oltre 100 mq. di superficie coperta;
b) modifiche ai dati stereometrici di progetti già approvati ai sensi della normativa in materia di sportello unico per le attività produttive, ferme restando le quantità volumetriche e/o di superficie coperta approvate.
Art. 3 - Interventi di edilizia produttiva realizzabili in deroga allo strumento urbanistico generale.
1. Sono soggetti al procedimento unico di cui all’articolo 7 del DPR 160/2010, previo parere del consiglio comunale, gli interventi che comportano ampliamenti di attività produttive in difformità dallo strumento urbanistico purché entro il limite massimo dell’80 per cento del volume e/o della superficie netta/lorda esistente e, comunque, in misura non superiore a 1.500 mq.. Nel caso in cui l’ampliamento sia realizzato mediante il mutamento di destinazione d’uso di fabbricati esistenti, gli stessi devono essere situati all’interno del medesimo lotto sul quale insiste l’attività da ampliare o, comunque, costituire con questa un unico aggregato produttivo.
2. Il parere del consiglio comunale di cui al comma 1 deve essere reso entro sessanta giorni dalla trasmissione dell’esito favorevole della conferenza di servizi o dell’istruttoria del responsabile SUAP, decorsi inutilmente i quali si intende reso in senso positivo.
3. Il limite massimo di ampliamento previsto dal comma 1, può essere conseguito anche con più interventi purché il limite di 1.500 mq non sia complessivamente superato.
Art. 4 - Interventi di edilizia produttiva in variante allo strumento urbanistico generale. (3)
1. Fuori dei casi previsti dagli articoli 2 e 3, qualora il progetto relativo agli impianti produttivi non risulti conforme allo strumento urbanistico generale si applica, l’articolo 8 del DPR 160/2010, integrato dalle disposizioni del presente articolo.
2. Ai fini di cui al comma 1 il responsabile SUAP, entro 30 giorni dalla richiesta da parte dell’interessato, convoca in seduta pubblica la conferenza di servizi di cui agli articoli da 14 a 14-quinquies della legge 7 agosto 1990, n. 241 “Nuove norme sul procedimento amministrativo” e successive modificazioni, e alle altre normative di settore.
3. Alla conferenza di servizi sono invitate tutte le amministrazioni coinvolte nel procedimento e deve essere acquisito il consenso dell’ente competente alla approvazione della variante allo strumento urbanistico generale ai sensi della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 “Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio” e successive modificazioni. In caso di variante al piano di assetto del territorio intercomunale (PATI), fermo restando quanto previsto dall’ultimo periodo del comma 6, in sede di conferenza di servizi va, altresì, acquisito il parere non vincolante dei comuni ricompresi nel PATI medesimo.
4. La conferenza di servizi, nell’ambito dei procedimenti autorizzatori, qualora necessario, valuta la sostenibilità ambientale degli interventi, tenendo conto dell'esigenza di razionalizzare i procedimenti ed evitare duplicazioni nelle valutazioni.
5. La determinazione della conferenza di servizi relativa alla variazione dello strumento urbanistico generale e tutti i documenti allegati, comprensivi del progetto completo in ogni suo elemento, sono depositati presso la segreteria del comune per dieci giorni. Dell'avvenuto deposito è dato avviso sull'albo pretorio e nel sito internet del comune, il quale può attuare ogni altra forma di divulgazione ritenuta opportuna; entro i successivi venti giorni chiunque può presentare osservazioni.
6. Entro trenta giorni dalla scadenza del termine per proporre osservazioni, il consiglio comunale delibera sulla variante, decidendo anche sulle osservazioni presentate. La determinazione favorevole del consiglio comunale di approvazione della variante viene trasmessa al responsabile SUAP ai fini della conclusione del procedimento. In caso di variante al PATI, l’approvazione è effettuata dal comune sul cui territorio ricade l’intervento, fermo restando quanto previsto dal comma 3.
7. La variante decade ad ogni effetto ove i lavori non vengano iniziati entro sedici mesi dalla sua pubblicazione, salvo eventuale proroga, concessa con provvedimento motivato del consiglio comunale per fatti sopravvenuti estranei alla volontà del richiedente l’intervento. La proroga per l’inizio dei lavori non può essere superiore a dodici mesi e la relativa richiesta deve essere presentata prima della scadenza del termine per l’inizio dei lavori.
Art. 4 bis - Eccellenze Produttive. (4)
1. Le attività produttive cui siano riconosciute caratteristiche di “eccellenza” ai sensi del presente articolo, possono ampliarsi anche in deroga ai limiti stabiliti dai PTCP, dai PAT e PATI, nel rispetto delle specificità territoriali e ambientali.
2. I parametri e le caratteristiche di “eccellenza” di cui al comma 1 sono definiti dalla Giunta regionale in ragione del valore strategico sovra comunale e dell’influenza sul sistema sociale e territoriale dell’impresa richiedente, nonché sulla base dei seguenti criteri:
a) valore della produzione;
b) numero dei lavoratori dipendenti;
c) entità degli investimenti su ricerca e innovazione;
d) presenza di sistemi di gestione per la qualità, ambiente, sicurezza o altre certificazioni di prodotto o processo.
3. La valutazione di eccellenza è assegnata da una commissione regionale la cui composizione è stabilita dalla Giunta che provvede, altresì, a definire i termini, non superiori a venti giorni, e le modalità per ottenere il riconoscimento.
4. Le aziende riconosciute di eccellenza ai sensi del comma 3 sono considerate di rilievo sovra comunale anche ai fini dell’applicazione dell’articolo 13, comma 1, lettera f), della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 .
5. Alle richieste di ampliamento di cui al comma 1 si applicano le procedure previste dall’articolo 4 ed i termini ivi previsti sono ridotti della metà.
6. Le istanze di ampliamento degli edifici produttivi possono comportare anche la parziale modifica e definizione di specifici parametri edilizi in variante agli strumenti urbanistici comunali, quali indici di copertura, altezze e distanze, in correlazione alle esigenze dell’azienda, previo parere favorevole del Comune e nel rispetto della normativa statale e regionale vigente.
7. L’istanza di ampliamento è corredata, oltre che dai specifici elaborati progettuali richiesti ai sensi della normativa vigente, anche della seguente documentazione:
a) certificazione dell’esistenza da almeno cinque anni in uno specifico territorio dell’attività produttiva dell’impresa richiedente;
b) certificazione di eccellenza attribuita all’azienda ai sensi del comma 3;
c) dettagliato piano di investimento aziendale, che evidenzi le necessità delle nuove superfici coperte e scoperte e la ricaduta occupazionale nel territorio di appartenenza;
d) previsione di adeguate misure di mitigazione ambientale, idraulica e di contenimento energetico, anche mediante l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili.
Art. 5 - Convenzione.
1. La realizzazione degli interventi di cui agli articoli 3 e 4 è subordinata alla stipula di una convenzione con il comune nella quale sono definiti le modalità ed i criteri di intervento ed, in particolare, le eventuali opere di urbanizzazione e mitigazione necessarie od ulteriori rispetto a quelle esistenti ai fini di un idoneo inserimento dell’intervento nel contesto territoriale.
2. Per gli interventi di cui all’articolo 3, la convenzione deve anche prevedere il divieto per due anni, a far data dal rilascio del certificato di agibilità, di mutamento di destinazione d’uso e di frazionamento in più unità immobiliari degli immobili destinati all’attività produttiva; a tali fini è istituito a cura e spese del richiedente un vincolo trascritto presso la conservatoria dei registri immobiliari.
3. La Giunta regionale, entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, adotta, sentita la commissione consiliare competente, le linee guida e i criteri per l’omogenea redazione della convenzione di cui al presente articolo.
Art. 6 - Elenchi e monitoraggio.
1. A fini conoscitivi i comuni istituiscono ed aggiornano un apposito elenco degli interventi autorizzati ai sensi degli articoli 2, 3 e 4, indicando, per ciascun tipo di intervento, il volume o la superficie autorizzati.
2. L’elenco di cui al comma 1 è trasmesso alla Giunta regionale, ai fini del monitoraggio sull’attuazione della presente normativa.
[Art. 6 bis. - Disposizioni per l’applicazione delle procedure di sportello unico per le attività produttive. (5)(6)
1. Nelle procedure relative allo sportello unico per le attività produttive di cui al DPR 160/2010, decorsi inutilmente i termini fissati dall’articolo 7, commi 1 e 2, del medesimo decreto, senza che il responsabile del procedimento presso la struttura dello sportello unico comunale o intercomunale abbia comunicato al richiedente il provvedimento conclusivo, ovvero abbia attivato la conferenza di servizi di cui all’articolo 7, comma 3, il richiedente può presentare istanza alla struttura provinciale o della Città metropolitana competente in materia di sportello unico per le imprese affinché, entro quindici giorni dalla richiesta, convochi una conferenza di servizi finalizzata ad individuare le modalità per l’eventuale prosecuzione del procedimento. Le medesime procedure si applicano nell’ipotesi in cui, ai sensi dell’articolo 8, comma 1, del DPR 160/2010, non sia stato comunicato l’avvio della conferenza dei servizi entro i termini dell’articolo 7, comma 1.]
Art. 7 - Norme transitorie.
1. Alle istanze presentate al SUAP prima dell’entrata in vigore della presente legge si applica la disciplina previgente, salvo che il richiedente, entro trenta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, non faccia richiesta al responsabile SUAP di applicazione della normativa recata dal presente capo.
2. Per quanto non espressamente previsto dal presente capo si applica il DPR 160/2010.
Art. 8 - Abrogazioni.
1. Fermo restando quanto previsto dall’articolo 7, sono abrogati il comma 7 bis 2 dell’articolo 48 della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 , i commi 4, 5 e 6 dell’articolo 7 della legge regionale 26 giugno 2008, n. 4 “Disposizioni di riordino e semplificazione normativa - Collegato alla legge finanziaria 2007 in materia di governo del territorio, parchi e protezione della natura, edilizia residenziale pubblica, mobilità e infrastrutture”, l’articolo 2 della legge regionale 10 agosto 2006, n. 18 “Disposizioni di riordino e semplificazione normativa - collegato alla legge finanziaria 2006 in materia di urbanistica, cartografia, pianificazione territoriale e paesaggistica, aree naturali protette, edilizia residenziale pubblica, viabilità, mobilità e trasporti a fune” e il comma 3 dell’articolo 2 della legge regionale 2 dicembre 2005, n. 23 “Disposizioni per l'applicazione della legislazione urbanistica regionale e modifiche alla legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 “Norme per il governo del territorio” ”.

CAPO II - Disposizioni in materia urbanistica, di edilizia residenziale pubblica,
di mobilità, di noleggio con conducente e di commercio itinerante

Art. 9 - Modifica dell’articolo 44 della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 “Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio” e successive modificazioni.
1. Alla fine del comma 3 bis dell’articolo 44 della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 e successive modificazioni è aggiunta la seguente frase: “La deroga al comma 3 è, altresì, consentita per coloro che sono stati ammessi alle agevolazioni previste per i giovani in agricoltura gestite dall’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (ISMEA) nel caso in cui l’Agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura (AVEPA) di cui alla legge regionale 9 novembre 2001, n. 31 “Istituzione dell’Agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura” certifichi l’esistenza di un piano aziendale che soddisfi le caratteristiche previste al comma 3.”.
Art. 10 - Modifica dell’articolo 44 della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 “Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio” e successive modificazioni.
1. Dopo il comma 6 dell’articolo 44 della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 è aggiunto il seguente comma 6 bis:
omissis (7)
Art. 11 - Modifica dell’articolo 48 della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 “Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio” e successive modificazioni.
1. Dopo il comma 7 sexies dell’articolo 48 della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 è aggiunto il seguente comma:
omissis (8)
Art. 12 - Disposizioni transitorie in materia di applicazione dell’articolo 48 della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 “Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio” e successive modificazioni.
omissis (9)
Art. 13 - Modifica dell’articolo 2 della legge regionale 2 aprile 1996, n. 10 “Disciplina per l'assegnazione e la fissazione dei canoni degli alloggi di edilizia residenziale pubblica” e successive modificazioni.
omissis (10)
Art. 14 - Modifica dell’articolo 37, comma 4 della legge regionale 30 ottobre 1998, n. 25 “Disciplina ed organizzazione del trasporto pubblico locale” e successive modificazioni e disposizioni transitorie in materia di convalida del titolo di viaggio per gli utenti del trasporto pubblico locale.
1. omissis (11)
2. omissis (12)
3. È abrogato l’articolo 2 della legge regionale 10 agosto 2012, n. 33 “Modifica all’articolo, 37 della legge regionale 30 ottobre 1998, n. 25 “Disciplina ed organizzazione del trasporto pubblico locale” e disposizioni transitorie in materia di convalida del titolo di viaggio per gli utenti del trasporto pubblico locale” ”.
Art. 15 - Modifica dell’articolo 1 della legge regionale 9 gennaio 2012, n. 3 “Modifica della legge regionale 3 aprile 2009, n. 11 “Disposizioni in materia di attività di trasporto di viaggiatori effettuato mediante noleggio di autobus con conducente e modifica dell’articolo 4 della legge regionale 30 ottobre 1998, n. 25 “Disciplina ed organizzazione del trasporto pubblico locale” ” e disposizioni transitorie in materia di noleggio con conducente e di servizi atipici”.
1. Al comma 2 dell’articolo 1 della legge regionale 9 gennaio 2012, n. 3 le parole: “1° gennaio 2013” sono sostituite dalle parole: “1° gennaio 2014”.
[Art. 16 - Modifica dell’articolo 48 bis della legge regionale 4 novembre 2002, n. 33 “Testo unico delle leggi regionali in materia di turismo” e successive modificazioni. (13)
1. Alla fine del comma 2 dell’articolo 48 bis della legge regionale 4 novembre 2002, n. 33 sono aggiunte le seguenti parole: “Il comune stabilisce la durata temporale dei nulla osta con riferimento delle diverse tipologie merceologiche in funzione dell’ammortamento degli investimenti e della remunerazione dei capitali investiti.”.
2. Dopo il comma 4 dell’articolo 48 bis della legge regionale 4 novembre 2002, n. 33 sono inseriti i seguenti commi:
omissis (14)
3. Il comma 5 dell’articolo 48 bis della legge regionale 4 novembre 2002, n. 33 è sostituito dal seguente:
omissis (15) ]
Art. 17 - Entrata in vigore.
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Veneto.



Note

(1) Con sentenza n. 49/2014 (G.U. 1ª serie speciale n. 13/2014) la Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile per insanabile genericità la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 4 e quella relativa all’articolo 16, che modifica l’articolo 48-bis della legge regionale 4 novembre 2002, n. 33 “Testo unico delle leggi regionali in materia di turismo” per contrasto con i principi di tutela della concorrenza di cui all’articolo 19 del decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59 “Attuazione della direttiva 2006/123/CE relativa ai servizi nel mercato interno.
(2) Con ricorso n. 102/2019 (G.U. 1ª prima serie speciale n. 45/2019) il Governo ha impugnato innanzi alla Corte Costituzionale l’articolo 20 della legge regionale 25 luglio 2019, n. 29 (Legge regionale di adeguamento ordinamentale) che ha inserito, nella legge regionale n. 55 del 31 dicembre 2012 l’articolo 6 bis, contenente Procedure urbanistiche semplificate di sportello unico per le attività produttive. In particolare l’impugnativa del governo ravvede un contrasto con l'art. 7, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica n. 160 del 2010, ai sensi del quale, scaduto il termine stabilito per la conclusione del procedimento davanti allo sportello unico, ovvero in caso di mancato ricorso alla conferenza di servizi, si applica la regola del «silenzio assenso», con conseguente violazione dell'art.117, secondo comma, lettera m), della Costituzione, che assegna allo Stato la competenza legislativa esclusiva in materia di determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale nonchè con il secondo comma, lettera e) del medesimo art. 117, della Costituzione, che assegna allo Stato la competenza in materia di tutela della concorrenza. Con sentenza n. 247 del 2020 (G.U. 1ª serie speciale n. 49/2020), la Corte Costituzionale ha riconosciuto la fondatezza delle questioni sollevate dal Governo ed ha dichiarato l’illegittimità dell’art. 6 bis , riconoscendo che la norma incide in modo sostanziale sul procedimento, aggravandolo, e compromettendo le finalità di semplificazione ed efficienza del procedimento, con conseguente violazione della competenza esclusiva dello Stato in materia di concorrenza e di livelli essenziali delle prestazioni.
(3) Con sentenza n. 49/2014 (G.U. 1ª serie speciale n. 13/2014) la Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile per insanabile genericità la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 4.
(4) Articolo aggiunto da comma 1 art. 67 della legge regionale 30 dicembre 2016, n. 30 . Il comma 2 del medesimo art. 67 dispone che: “2. L’articolo 4 bis della legge regionale 31 dicembre 2012, n. 55 , come introdotto dal comma 1 del presente articolo, si applica alle attività produttive esistenti da almeno cinque anni alla data di entrata in vigore della presente legge.”
(5) Articolo inserito da comma 1 art. 20 legge regionale 25 luglio 2019, n. 29 .
(6) Con ricorso n. 102/2019 (G.U. 1ª prima serie speciale n. 45/2019) il Governo ha impugnato innanzi alla Corte Costituzionale l’articolo 20 della legge regionale 25 luglio 2019, n. 29 (Legge regionale di adeguamento ordinamentale) che ha inserito, nella legge regionale 31 dicembre 2012, n. 55 , l’articolo 6 bis, contenente “Procedure urbanistiche semplificate di sportello unico per le attività produttive”. In particolare l’impugnativa del governo ravvede un contrasto con l'articolo 7, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica n. 160 del 2010, ai sensi del quale, scaduto il termine stabilito per la conclusione del procedimento davanti allo sportello unico, ovvero in caso di mancato ricorso alla conferenza di servizi, si applica la regola del «silenzio assenso», con conseguente violazione dell'articolo117, secondo comma, lettera m), della Costituzione, che assegna allo Stato la competenza legislativa esclusiva in materia di determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale nonchè con il secondo comma, lettera e) del medesimo articolo 117, della Costituzione, che assegna allo Stato la competenza in materia di tutela della concorrenza. Con sentenza n. 247 del 2020 (G.U. 1ª serie speciale n. 49/2020), la Corte Costituzionale ha riconosciuto la fondatezza delle questioni sollevate dal Governo ed ha dichiarato l’illegittimità dell’articolo 6bis, in quanto incide in modo sostanziale sul procedimento, aggravandolo e compromettendone la semplificazione e l’efficienza, con conseguente violazione delle competenze esclusive dello Stato in materia di concorrenza e di livelli essenziali delle prestazioni.
(7) Testo riportato all’art. 44 legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 .
(8) Testo riportato all’art. 48 legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 .
(9) Articolo abrogato da comma 3 art. 20 della legge regionale 29 novembre 2013, n. 32 .
(10) Articolo abrogato da lett. b) comma 1 art. 54 legge regionale 3 novembre 2017, n. 39 , fatto salvo quanto previsto dagli artt. 50 e 51 della medesima legge. In precedenza il testo è stato riportato alla lett. a) comma 1 dell’art. 2 legge regionale 2 aprile 1996, n. 10 .
(11) Comma abrogato da comma 1 art. 25 legge regionale 25 luglio 2019, n. 29 .
(12) Comma abrogato da comma 1 art. 25 legge regionale 25 luglio 2019, n. 29 .
(13) Con sentenza n. 49/2014 (G.U. 1ª serie speciale n. 13/2014) la Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 16, che modifica l’articolo 48-bis della legge regionale 4 novembre 2002, n. 33 “Testo unico delle leggi regionali in materia di turismo” per contrasto con i principi di tutela della concorrenza di cui all’articolo 19 del decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59 “Attuazione della direttiva 2006/123/CE relativa ai servizi nel mercato interno”.
(14) Testo riportato all’art. 48 bis della legge regionale 4 novembre 2002, n. 33 .
(15) Testo riportato al comma 5 dell’art. 48 bis della legge regionale 4 novembre 2002, n. 33 .


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